Perché scegliere FitoFenix come integratore per la menopausa?
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Le caldane in menopausa rappresentano uno dei sintomi più frequenti di questo periodo di transizione dell’esistenza femminile che colpisce circa il 70-75% delle donne.
Per la maggior parte di esse, simili disturbi rappresentano l’inconveniente più temuto in quanto si presentano come manifestazioni incontrollabili che nell’arco della giornata appaiono come un’ondata di calore che partendo dalla zona del torace si distribuisce verso collo, volto e cuoio capelluto, provocando arrossamento e sudorazione molto abbondanti.
Oltre che gli oggettivi fastidi che provocano, le scalmane sono quasi sempre motivo di imbarazzo e disagio psicologico, dato che improvvisamente il volto si arrossa senza controllo, associandosi ad altri sintomi come vertigini, instabilità motoria, tremore diffuso, nervosismo, ansia e cefalea.
Mentre la temperatura endogena del corpo rimane invariata, quella esogena cutanea può aumentare anche di 3-4 gradi, fino a raggiungere il picco di 36-37 gradi (una condizione presente anche in caso di febbre).
La prima conseguenza è un’abbondante produzione di sudore, seguita subito dopo da un repentino raffreddamento della pelle, responsabile dell’insorgenza di brividi intensi e prolungati.
In alcuni casi queste manifestazioni si accompagnano a tachicardia, palpitazioni ed extrasistoli, per una durata di tempo che può variare da pochi secondi fino a 2-3 minuti.
La frequenza e l’intensità delle vampate di calore sono molto variabili e fortemente influenzate dalla componente psico-emotiva della donna; infatti, i soggetti ansiosi e stressati risentono di più di simili manifestazioni.
La causa scatenante delle caldane, che si verificano solitamente a partire dai cinquant’anni di età, dipende dalla progressiva diminuzione del livello ormonale di estrogeni e progesterone, la cui produzione viene interrotta dall’inattività delle gonadi femminili.
Una donna si considera in menopausa quando per dodici mesi consecutivi non ha avuto il ciclo mestruale: è infatti in questo lasso di tempo che si instaura la progressiva e definitiva involuzione delle ovaie, derivante dall’influenza dell’ormone FSH (follicolo-stimolante) ed LH (luteinizzante).
Questi due fattori biologici sollecitano l’ipotalamo che non riesce più a controllare i processi di termoregolazione fisiologica, una situazione responsabile della comparsa delle vampate di calore, la cui sintomatologia si traduce in anomalie vasomotorie.
Le fasi successive che generano questo disturbo sono:
In molti casi (70-75%), l’iniziale sensazione di disagio si trasforma in un vero e proprio sintomo: un’ondata di calore che pervade il corpo fino a raggiungere entro pochi minuti il punto massimo.
Non si tratta di manifestazioni psicosomatiche come molti medici hanno ritenuto fino a poco tempo fa, ma di un vero e proprio disturbo corporeo che altera la funzione dei vasi sanguigni.
Nella fase di pre-menopausa, conosciuta anche con il nome di “climaterio”, la produzione degli ormoni femminili incomincia a diminuire mentre le ovaie tendono a involversi, poiché risultano insensibili alle stimolazioni ipofisarie.
Per compensare l’insufficiente produzione estrogenica, l’ipofisi tenta allora di incrementare la sintesi di FSH ed LH provocando tuttavia uno squilibrio funzionale a livello ipotalamico.
È proprio l’ipotalamo che essendo coinvolto nella termoregolazione dell’organismo, provoca indirettamente le manifestazioni di calore al volto e al collo, accompagnate da sudorazione profusa.
Se è ormai assodato che le caldane hanno una base organica collegata alla regolazione neuro-ormonale, è altrettanto vero che la componente psico-emotiva della donna incide notevolmente sulle manifestazioni sintomatologiche.
Infatti donne ansiose, depresse, stressate o ipersensibili ai cambiamenti, manifestano questi problemi con un’intensità molto superiore a quella di altre donne più calme ed equilibrate.
Questi dati trovano una spiegazione nel fatto che il controllo neuro-ormonale presenta un forte coinvolgimento da parte del sistema nervoso centrale e quindi delle aree encefaliche collegate alla sensibilità.
Anche lo stile di vita incide moltissimo sulla frequenza e intensità delle vampate di calore, poiché donne sottoposte a stimoli stressanti in ambito professionale, famigliare o extrafamigliare, lamentano un numero molto maggiore di vampate che possono insorgere non soltanto di giorno ma soprattutto di notte, anche se le condizioni climatiche sono fresche.
Non esiste infatti una correlazione tra la temperatura esterna e quella interna della donna in menopausa, dato che contrariamente a quanto si potrebbe pensare le caldane sono più abbondanti in inverno e non in estate.
In menopausa possono insorgere le caldane poiché la mancanza di estrogeni provoca uno squilibrio metabolico che coinvolge tutti gli apparati tra cui anche quello circolatorio.
Dopo i 45 anni, le donne incominciano a subire una progressiva diminuzione funzionale delle ovaie, che regrediscono gradualmente per poi cessare completamente la loro attività.
Le prime vampate di calore si presentano in maniera sporadica, spesso accompagnate da una sensazione di malessere psicologico da emicrania e da alterazioni del carattere.
Gli otto anni che precedono la menopausa sono un periodo in cui le ovaie funzionano saltuariamente e in maniera irregolare, anche se non provocano sintomi evidenti.
La variabilità di percezioni sensitive dipende dalla diminuzione dei livelli di ormoni progestinici che può essere lenta, veloce o altalenante, ma che nella maggior parte dei casi viene avvertita con notevole disagio.
Anche se gli studi al riguardo non hanno ancora evidenziato con chiarezza quale sia il rapporto tra ipofunzionalità ovarica e caldane, è ormai assodato che la mancanza di ormoni incide profondamente sulla funzionalità circolatoria.
Il fisiologico declino delle ovaie e la loro successiva atrofizzazione si traduce nella cessazione dei cicli mestruali e in altri sintomi tipici della menopausa, che sono:
Le caldane sono probabilmente il sintomo più caratteristico della menopausa, proprio perché racchiudono tutte le principali variazioni biologiche che l’organismo femminile deve affrontare.
Gli estrogeni seguono dapprima un andamento altalenante, senza azzerarsi completamente, mentre il progesterone tende a mantenersi quasi assente.
In seguito a un simile assetto ormonale possono verificarsi significativi ritardi del ciclo (oligomenorrea), oppure mestruazioni ravvicinate e particolarmente abbondanti (metrorragia).
Alcune donne sviluppano anche episodi di amenorrea (sospensione del ciclo), che si alternano con altri in cui il flusso mestruale riprende normalmente.
Le cause più comuni della menopausa sono di tipo ormonale, anche se possono subentrare altri fattori eziologici come la familiarità, il fumo di sigaretta (che contribuisce ad abbassare i livelli di estrogeni) e l’ovariectomia, che costringe le donne anche se giovani a entrare in menopausa.
La continua diminuzione dei livelli di estrogeni e di progestinici è associata ad altri sintomi, tra cui:
In menopausa diminuisce il trofismo dei tessuti che, non essendo più stimolati da estrogeni e progesterone, tendono a disidratarsi perdendo la loro componente di acido ialuronico, di elastina e di collagene.
La graduale carenza di queste sostanze è collegata ad astenia muscolare e a vulnerabilità cerebrale, dato che gli estrogeni svolgono un importante effetto trofico sui neuroni e sulla muscolatura da essi innervata.
In questa fase della vita femminile, che ha inizio intorno ai cinquant’anni, la donna lamenta momenti “up and down“, che si associano a improvvisi sbalzi di umore, sintomi fortemente condizionati dal tipo di vita condotto.
La durata delle caldane in menopausa può variare da un minimo di dodici mesi fino a tre o quattro anni, a seconda della differente sensibilità della donna a stimolazioni esogene (ambientali) ed endogene (neuroendocrine).
Ogni singola caldana può avere una durata variabile compresa tra 15-20 secondi e 2-3 minuti.
Durante simili manifestazioni, la donna manifesta un evidente calo della libido che si associa a fenomeni di secchezza vaginale e in genere a problemi urinari.
Quanto più lunga è la durata delle scalmane, tanto maggiori sono le trasformazioni corporee che la donna è costretta a subire: tra queste vi sono l’aumento del peso corporeo, provocato dalla tendenza all’accumulo delle molecole lipidiche, l’insorgenza di disturbi cardiaci (come extrasistoli, tachicardia e cardiopalmo), la disgregazione del tessuto osseo (osteoporosi) e la progressiva disidratazione di mucose ed epiteli.
Il metabolismo subisce una lenta e graduale diminuzione responsabile dell’insorgenza di disturbi dell’alvo intestinale (soprattutto stitichezza).
Donne particolarmente vulnerabili dal punto di vista psichico, lamentano sintomi molto più incisivi e frequenti rispetto ad altre più tranquille: in simili condizioni si viene a creare un pericoloso circolo vizioso dato che più la donna si agita, maggiore è il coinvolgimento emotivo che si riflette poi anche sul comportamento.
Riconoscere i sintomi della menopausa in fase precoce consente di affrontare i disturbi ad essa collegati con maggiore efficacia.
Tra i rimedi maggiormente utilizzati ci sono gli integratori naturali, formulati con principi attivi estratti da piante officinali spesso in associazione a vitamine (soprattutto vitamina B6 e acido ascorbico) e minerali (zinco, rame, magnesio, ferro e potassio).
Tra i rimedi fitoterapici più efficaci vi sono:
Simili rimedi sono quasi sempre presenti negli integratori alimentari sotto forma di fitocomplessi, con dosaggi standardizzati e titolati che agiscono direttamente a livello ovarico.
Tra i vari prodotti utili in menopausa, uno dei più apprezzati dal pubblico femminile è FitoFenix, un integratore a tripla azione formulato per svolgere un’attività sinergica tra i suoi componenti, che sono:
Il trifoglio rosso, un vegetale particolarmente ricco di flavonoidi e di fitoestrogeni, viene considerato un sostitutivo degli ormoni naturali, per cui la sua assunzione in menopausa può attenuare la maggior parte dei disturbi femminili.
Il tè verde, che è uno dei più importanti composti antiossidanti, svolge la sua attività in associazione con la salvia, contribuendo a limitare l’insorgenza delle vampate di calore.
Inoltre il tè verde con lo zinco gluconato stimola il metabolismo, consentendo di perdere i kg in sovrappeso.
Il cromo d’altra parte agisce sulla glicemia, stimolando la produzione di insulina e ottimizzando l’omeostasi dei carboidrati.
La maca peruviana è un vegetale contenente principi attivi bruciagrassi che agiscono velocizzando i processi metabolici e stimolando il catabolismo lipidico, per eliminare gli eccessi ponderali tipici della carenza estrogenica.
Il rame gluconato, la salvia e il tè verde, consentono infine di combattere lo stress ossidativo riducendo la stanchezza fisica e mentale.
Per contrastare i principali sintomi della menopausa, come soprattutto le caldane, è sufficiente assumere due compresse alla sera prima di coricarsi per cicli continuativi di 6-8 settimane.
Il prodotto, che è completamente naturale, non presenta controindicazioni e non provoca nessun effetto collaterale, a patto di rispettare la posologia indicata sulla confezione.
La menopausa è una condizione transitoria e inevitabile della vita della donna, che può essere vissuta in maniera più o meno serena a seconda dell’entità con cui si manifestano i sintomi tipici, che comunque è estremamente soggettiva.
Accanto al drastico crollo dei due ormoni femminili fondamentali, che sono gli estrogeni e il progesterone, subentra anche un’alterazione emotiva e biologica della persona.
L’incremento ponderale, in particolare, che si concentra sui fianchi, sui glutei e sull’addome, potrebbe provocare nel soggetto un senso di insoddisfazione e insicurezza rispetto al proprio aspetto esteriore, nonché un peggioramento dello stato di salute legato alla sensazione di maggiore pesantezza.
Ecco perché l’alimentazione durante il periodo della menopausa dovrebbe essere attentamente gestita, sia per limitare il fastidio causato dal fenomeno delle caldane, sia per cercare di arrestare l’incremento ponderale.
Gli alimenti che una donna in menopausa non dovrebbe mai dimenticare di assumere sono legumi, spinaci, mango, orzo, broccoli, e tutti quelli in generale che possiedono funzioni detossificanti e drenanti.
Infatti, un’altra problematica che affligge i soggetti in questione è rappresentata proprio dalla maggiore difficoltà da parte dell’organismo di eliminare i liquidi in eccesso, con conseguente sviluppo della cellulite.
Esercitando un’attività drenante, tali cibi si rivelano benefici non soltanto per migliorare l’aspetto estetico, diminuendo il gonfiore e l’accumulo di liquidi, ma anche per limitare il disagio apportato dalle scalmane.
Infatti, se l’organismo elimina nell’unità di tempo un maggiore volume di acqua, anche la pressione arteriosa viene mantenuta sotto controllo da un continuo ricambio di volume plasmatico grazie all’assicurata diuresi.
Dato che le caldane sono caratterizzate da un picco pressorio, una dinamica di questo tipo è sicuramente utile per contenerne gli effetti negativi, sia fisici che psicologici, conferendo un maggiore senso di serenità.